Ritorno a Cuba con alcuni amici dopo quasi 2 anni. Arriviamo a Toronto partendo dall’ Italia, dove ci fermiamo per una notte. La mattina seguente il volo per Cayo Coco, da li, in un paio d’ore per arrivare al porto di Jucaro e, infine, ai Jardines de la Reina.
I Jardines de la Reina sono un vero paradiso terrestre, un posto unico. Centinaia di isole e “cayos” completamente disabitate; mangrovie, canali, lagune, barriera corallina; il parco marino più grande di tutta l’area caraibica. E’ situato a 50 miglia dalla costa sud di Cuba, in pieno mar dei Caraibi. Un’ecosistema enorme, in grande salute, ricchissimo di vita grazie anche alla protezione trentennale ed alla gestione sostenibile.
Alloggiamo su un grande yacht; cabine con bagno privato e aria condizionata, una grande sala dove consumare i pasti, un’area relax coperta e, un open bar sul tetto dello yacht a pochi metri dalla vasca ad idromassaggio. Cibo ottimo, staff professionale e sempre disponibile.
La presenza di un dottore, ci ha permesso di effettuare il tampone PCR a bordo dello yacht. Una volta rientrati al porto di Jucaro, ci è stato consegnato l’esito che ci serviva per il viaggio di ritorno. Un servizio fondamentale, di una comodità estrema.
La qualità di queste acque è sempre al top, tantissimi pesci e molta varietà. Bonefish numerosi e di ottima taglia con qualche pesce “over”, Permit in Tailing, baby-Tarpon residenti e alcuni incontri con Tarpon di taglia 25-30 kg che ci hanno fatto emozionare. E poi Barracuda, vari tipi di Snapper, squali e moltissimi Jacks. L’incontro con un gruppo di Jack Crevalle nella bocca di un canale, 5 pesci di taglia XXL, i più grandi che ho mai visto. Nonostante non siamo riusciti a catturarli, è una scena che non dimenticherò molto facilmente. La pesca si effettua dalla lancia, sempre accompagnati da una guida esperta. Le lance sono delle skiff ideali per pescare a vista in acqua bassa. La guida spinge la skiff con una pertica lungo le flat. Dove il fondale lo consente, si può anche pescare in wading.
Molto importante curare l’attrezzatura e l’abbigliamento, che devono essere specifici per il saltwater tropicale. Fondamentale avere una buona selezione di mosche specifiche per quest’area.
Sandro Mediani